Un giorno forse non conterà più niente
Un giorno forse non servirà più nulla
Ma finché tu abiti il mio mondo
E la tua voce bussa alla mia porta
Non posso spegnere la luce
Un giorno forse non conterà più niente
Un giorno forse non servirà più nulla
Ma finché tu abiti il mio mondo
E la tua voce bussa alla mia porta
Non posso spegnere la luce
Inutile tentare, non sento amore.
Non per il baffo, che altri baffi ho amato,
né per il corpo, estraneo agli occhi e alle carezze,
ma per la vita già vissuta,
per i silenzi e le parole andate.
Troppa dolcezza in una volta sola,
ché ruvido sei, povero cuore,
e questo miele nutre solo le ferite.
Basta, non serve disegnare scuse,
il tempo dell’amore è già scaduto,
finite son le scorte, le illusioni e le speranze,
finito il nuovo gioco, la meraviglia, il canto.
Vecchio cuore, ci hai provato e hai perso.
Il disincanto ha divorato il sogno.
Non c’è rimpianto, né rimorso, né timore
solo malinconia per questo antico amore,
risbocciato in pieno inverno
per un breve attimo di luce.
Riuscirò a vestirmi di carezze senza liberare la paura?
Il mostro si sveglierà dopo anni di letargo
o finalmente imparerà a non sbranare chi lo nutre?
Questo cuore non conosce tenerezza,
ha scardinato illusioni, divorato desideri,
ha rinunciato ai sogni, alle biglie nel cassetto,
ha nascosto la fragilità dietro una stella.
Ma sei arrivato tu, sguardo del mare, voce del tempo,
impossibile certezza. Sei arrivato tu.
Riuscirò a vestirmi di carezze per danzare con la luna?
Sto con te, come l’ape sul fiore
Ronzando amore risucchio il tuo sapore.
Sto con te, come il caffè ama la tazza
E sprigiona nell’aroma il desiderio della bocca.
Sto con te, mare che accarezza la mia spiaggia
Ondivaga passione che approda tra le braccia.
Sto con te, che fermi il tempo e risvegli i sogni
La tua voce sorride al mio universo e crea mondi.
L’amore ti spoglia per vestirti di sguardi
Ti affama per nutrirti di baci
Ti abbaglia per accenderti di passione.
Ma c’è un amore che non toglie, è dono.
È fatto di parole e di carezze, di attese e desideri
Va oltre gli sguardi, ti vede a occhi chiusi
Fa collane di baci, dipinge emozioni
Supera il tempo e vive di presente
Rinasce ogni giorno e ti porta al mare.
Non per ricompensa o compensazione
né come speranza o consolazione
ma libera attrazione che sa piegare il tempo,
desiderio di cammino a quattro scarpe,
risveglio di baci dopo notti insonni.
Così è l’amore, è qualcosa in più.
Voglia di capriole, dialogo tra stelle,
attesa sospesa tra l’universo e il nulla.
Così è l’amore, è qualcosa in più
e porta il tuo nome.
Sei tornato, insperato, da un tempo lontano,
fiammella tenace nel buio degli anni,
ricordo ostinato di note e di mare.
Sei tornato, inatteso, e hai colorato le notti,
riacceso la vita, svegliato le voglie.
Parole disperse ritrovano casa,
sfondano cesti e fanno capriole,
raccontano storie di antichi dolori,
amori sbandati, desideri sfumati.
Parole d’amore che sembrano nuove
(mai dette o ascoltate o nascoste nel cuore)
danzano impavide tra sorrisi e risate,
deridono il tempo, disegnano mondi ad ali spiegate.
Sei tornato, sei qui, antico amore amato,
e l’intero universo improvvisamente è cambiato.
Amami come sono, nelle mie rughe si nascondeva la tua assenza
Amami come sono, rotonda come le lune passate ad aspettarti
Amami come sono, impervia, selvaggia e austera come la montagna più alta
Amami come sono, rosa di spine per succhiarti al dito il sangue
Amami come sono, fragile e fiera, anima viandante che ti cercava da sempre
Amami come sono, metà della tua mela che vuole tornare intera
Chissà cosa si dicono i pappagalli che si incontrano
se tutto quel ciarlare segue il ritmo dell’amore
Chissà se le foglie desiderano carezze
e aspettano pazienti che almeno il vento le sfiori
Forse morirò cercando la tua bocca
o forse cercherò un nuovo amore invano
Di fatto sono qui, su questa lenta giostra
bimba che invecchia aspettando un nuovo giro
il nostro tempo come sabbia tra le dita
scivola nel chiarore della luna e brilla di ricordi
fa capriole con i sogni, fa castelli di parole
e profuma d’amore